L’aumento del seno, conosciuto con il nome di Mastoplastica additiva è una procedura chirurgica che permette di modificare la misura e la forma delle mammelle in alcune condizioni:
- in una donna che consideri il proprio seno troppo piccolo e sproporzionato alla propria silhouette;
- per correggere la riduzione del volume del seno dopo una gravidanza;
- nei casi di asimmetria mammaria;
- dopo interventi demolitivi al seno.
Attraverso l’inserimento di una protesi dietro il tessuto mammario si ottiene un aumento del volume del seno desiderato.
CANDIDATE ALLA MASTOPLASTICA ADDITIVA
L’aumento del volume del seno può migliorare l’aspetto fisico e la fiducia in sé stessa, ma senza stravolgere la fisionomia da non riconoscere più la propria immagine o da non essere riconosciuta dagli altri. Prima di sottoporsi a tale intervento, è bene valutare attentamente le proprie aspettative e se ne discuta con il Chirurgo.
I migliori candidati sono le persone che desiderano un miglioramento del proprio aspetto e non la perfezione di sé stessi. Se la paziente è in buone condizioni di salute, se gode di un certo equilibrio psichico e se le sue aspettative sono realistiche, potrebbe essere una buona candidata.
Tipo di protesi
Le protesi sono composte da:
- un involucro sempre in silicone
- un contenuto che può essere variabile tipo gel di silicone, soluzione salina, idrogel, etc.
Sulle nostre pazienti usiamo da anni le protesi al gel di silicone coesivo (vedi in seguito il dettaglio)
Tutti gli interventi comportano rischi ed incertezze
L’aumento del seno è relativamente semplice come intervento dal punto di vista tecnico, è un bel po’ più difficile far si che ne derivi una buona armonia della regione mammaria e corporale, ma come un qualunque altro intervento presenta un rischio generico legato all’atto chirurgico ed anestesiologico e potrebbe presentare specifiche complicazioni legate al tipo di intervento. Rischio comune a tutti gli interventi chirurgici è l’infezione, peraltro molto rara e generalmente risolvibile con una adeguata terapia. Può portare alla necessità di asportare almeno temporaneamente l’impianto protesico.
Altro rischio generico è l’ematoma (raccolta di sangue all’interno della tasca che accoglie la protesi), per lo più compare nelle prime 24h e deve essere drenato.
Il problema più comune, specifico per il tipo di intervento è la contrattura capsulare, si presenta allorché la cicatrizzazione intorno alla protesi diventa abnorme. In tal caso il profilo del seno può risultare alterato così come la sua consistenza.
Un tempo era molto frequente (20 – 30% dei casi) ed ora sicuramente più rara (9% dei casi a quattro anni). Nel post operatorio suggeriamo l’utilizzo di uno specifico farmaco antiinfiammatorio che assunto per un mese dimezza questa percentuale. Generalmente questa capsula è sottile e flessibile, ma può accadere che si ispessisca, si contragga e comprima così la protesi, rendendola dura e immobile e spingendola verso l’alto. L’utilizzo delle protesi rivestite di poliuretano ha statisticamente un rischio capsulare dell’ 1% a 10 anni.
La contrattura capsulare viene trattata e risolta attraverso una serie di procedure chirurgiche e non, e non rappresenta un insuccesso dell’intervento, ma solo una possibile reazione a questo.
Può iniziare in qualsiasi momento, anche a distanza di anni, ma più frequentemente si manifesta nei primi mesi dopo l’intervento, per lo più da un solo lato.
La protesi non interferisce con la fertilità, la gravidanza o la capacità di allattamento
Non è stata dimostrata alcuna correlazione tra protesi e cancro della mammella. La protesi non interferisce con i routinari accertamenti al seno tipo mammografia ed ecografia purché venga comunicato al Medico accertante la presenza dell’impianto. In caso di importanti dubbi diagnostici si può ricorrere alla Tomosintesi (una sorta di Rx Mammografia tridimensionale) oppure alla Risonanza Magnetica
Nell’esiguo numero di pazienti che abbiano manifestato alcuni sintomi simili a malattie autoimmunitarie, le più recenti ricerche non hanno trovato una chiara correlazione tra protesi al silicone e tali sintomi.
PREPARAZIONE ALL’INTERVENTO
Durante la prima visita sarà valutato lo stato di salute della paziente, mentre un attento esame obiettivo del seno permetterà al Chirurgo di valutare la tecnica più appropriata in relazione al tipo di mammella e al tono cutaneo. Se il seno è cadente potrà essere associato un intervento per riposizionare il seno. Inoltre verrà spiegato il tipo di anestesia usata ed i costi.
L’intervento chirurgico viene eseguito solitamente nella Sala Operatoria della Clinica Madonna della Fiducia in Roma. dove operiamo dal 1997 – la struttura è dotata di Terapia Intensiva Post Operatoria – L’intervento può essere eseguito anche presso altra struttura su richiesta motivata del paziente, ma con l’equipe chirurgica ed anestesiologica del Dr Romeo.
Di norma l’intervento non richiede ricovero (è eseguibile anche in Day Surgery) sebbene nei casi più complessi può essere richiesto uno o più giorni di degenza. Questo tipo di intervento richiede una anestesia generale che permetterà di dormire durante tutta la durata dell’intervento. Alcuni Chirurghi usano l’anestesia locale accompagnata da una sedazione.
(Non pratichiamo l’int. in anestesia locale per l’inevitabile alterazione del profilo e della consistenza mammaria dovute alla infiltrazione anestetica locale).
INTERVENTO CHIRURGICO
La via di accesso ed il posizionamento della protesi saranno decisi dal Chirurgo in relazione alle caratteristiche anatomiche del seno e ben spiegate..
L’incisione può essere praticata lungo il solco mammario, il bordo areolare, l’ascella. Ogni sforzo sarà fatto per eseguire una incisione più corta possibile, ed ogni cura sarà osservata nella sutura per avere una cicatrice meno visibile possibile.
Personalmente preferiamo la via di accesso sottomammaria perché, nella peggiore delle ipotesi, qualora la cicatrice dovesse essere patologica (ipertrofica o cheloidea – eventualità rare) è visibile solo in posizione declive. Di norma la cicatrici risultano qualitativamente ottimali molto precocemente ma ancor meglio dopo alcuni mesi.
La durata dell’intervento è di una – due ore circa. Alla fine dell’intervento verrà applicato un bendaggio sul torace o un reggiseno dedicato e salvo eccezioni, un drenaggio per lato. Questi ultimi, vengono rimossi in linea di massima dopo 24 – 48 ore.
POST-OPERATORIO
Nel giorni successivi all’intervento la paziente si sentirà un po’ fiacca, ma sarà in grado di alzarsi in giornata stessa o tutt’al più il giorno dopo l’intervento.
Gran parte dei sintomi che avrà, saranno facilmente controllabili con l’assunzione del farmaci che saranno opportunamente prescritti. Dopo qualche giorno (tra due e sette a seconda dei casi) il bendaggio verrà rimosso, e sostituito da un altro bendaggio o da un reggiseno, spesso viene usato da subito un reggiseno dedicato.
La sutura eventuale sarà rimossa in settima (s.c.) giornata, ma spesso usiamo suture che non vengono rimosse, il seno rimarrà ancora gonfio per 2 ‑ 5 settimane.
RITORNO ALLA NORMALITÁ
Le normali attività lavorative potranno essere riprese dopo 5 ‑ 7 giorni, in funzione anche del tipo di mansioni svolte. Estrema cautela va osservata nei primi 15 giorni.
Durante le prime due settimane non si potranno portare pesi e guidare, se non con le braccia addotte.
Alcuni importanti esercizi che possono essere utili dopo l’intervento, verranno spiegati dal Chirurgo.
Sono da evitare contatti fisici per almeno 2 ‑ 3 settimane, considerata la sensibilità del seno. La cicatrice assumerà un colorito rosso per circa 3 – 6 settimane poi comincerà a schiarirsi. Durante tale periodo si eviti l’esposizione al sole e ai raggi UVA.
I RISULTATI
Di norma i risultati sono ampiamente apprezzati dalle pazienti, e sono molto soddisfacenti per il Chirurgo; è molto importante che nei colloqui preliminari ci si intenda sulle reali aspettative della paziente e ci si faccia consigliare al meglio dal chirurgo.
Si continui ad eseguire le visite di prevenzione presso il Medico di fiducia e lo si informi dell’intervento cui ci si è sottoposti. Si consulti l’operatore non appena si avverta qualcosa di anomalo o si abbia qualche perplessità.
Da svariati anni usiamo protesi microtesturizzate di gel altamente coesivo di silicone soft touch NATRELLE™ (ex Allergan ex Mc Ghan-Inamed) considerate in assoluto tra le migliori al mondo, anche a doppia coesività talvolta.
La casa produttrice dall’Aprile 2004 garantisce a vita riguardo alla rottura (verrà allegata una certificazione di garanzia)
In alternativa usiamo le protesi SILIMED che per prime hanno avuto la certificazione americana FDA per l’utilizzo delle protesi anatomiche in territorio statunitense. La Silimed produce anche (in esclusiva) le protesi rivestite di Poliuretano
Ovviamente ogni rischio generico è aumentato qualora la paziente fosse affetta da altre patologie e per questi rischi sicuramente viene edotta in sede di colloquio.
Lo stesso dicasi per i rischi specifici qualora si sia affetti da patologia mammaria benigna conosciuta al momento dell’intervento o maligna ovviamente non conosciuta al momento dell’intervento.
Si effettua sempre profilassi antibiotica e comunque bisogna avvisare i medici in caso di interventi successivi all’impianto protesico anche per esempio per cure odontoiatriche più impegnative della semplice carie superficiale, come tutti i portatori di protesi.
N.B. quanto descritto è generico – ogni caso è a sé stante e come tale va valutato e considerato!
Quando si prende appuntamento per una visita per un’eventuale mastoplastica è bene specificarlo alle Segretarie o in alternativa chiedere uno spazio di almeno un’ora e mezza.
P.S. Gentilmente chiedere alle Segretarie di cosa è necessario premunirsi per la visita.
Dalla casistica del Dr Francesco Romeo sulla Mastoplastica Additiva
Se ne vieta la riproduzione e qualsiasi tipo di utilizzo
Caso 1
Ragazza di 30 anni che non ha ancora avuto gravidanze chiede un miglioramento del volume e della forma mammaria e laddove possibile una simmetrizzazione – mastoplastica additiva con Protesi anatomiche Natrelle di circa 250 cc di volume – foto di controllo a 4 mesi.
Nella proiezione obliqua si può ben apprezzare il miglioramento dell’armonia corporale – è importante che il seno operato non abbia come in questo caso i segni del seno protesico. Il caso risale a 4 anni fa.
Caso 2
Donna di 37 anni che dopo una gravidanza ha visto regredire un già piccolo seno – piccola di statura ed esile nella struttura chiedeva un aumento considerevole – dopo argomentazioni ripetute è stato deciso su suggerimento del Dr Romeo per un aumento di 225 cc di volume che a distanza di 9 anni la trova ben felice ed è adeguato allo stile della persona.
Caso 3
Giovane donna di 28 anni che ha avuto una gravidanza – asimmetria mammaria con mamella ds meno sviluppata rispetto alla contro laterale la simmetria è stata raggiunta utilizzando protesi anatomiche di volume diverso (220 a ds e 195 a sin) – a distanza di 12 anni manifesta piena soddisfazione.
Anche di profilo le protesi anatomiche – a goccia – fanno ben interpretare la naturalezza del seno protesico.
Caso 4
E’ di seguito rappresentato un caso ben difficile di mammella di forma triangolare – pseudo tuberosa in una donna di 31 anni alta circa 1,75 cm che non ha avuto gravidanze – con un impianto di protesi anatomica per via inframammaria (circa 450 cc) e un’ampia mammotomia radiale e resezione dell’areola di adeguamento è stata creata una buona armonia mammaria. Questo caso, molto difficile e brillantemente risolto, è stato presentato come lavoro scientifico, al 1° Meeting Nazionale dell’A.I.C.P.E. Associazione Italiana di Chirurgia Plastica ed Estetica a Firenze nel Marzo 2013.
Sopra rappresentato è il risultato a 3 mesi di questo caso di mastoplastica difficile.
Caso 5
Giovane donna di 34 anni che si è vista ridurre il “tono” mammario dopo due gravidanze e relativo allattamento – ha ricevuto mastoplastica additiva con utilizzo di protesi Allergan Style 410 da soli 215 cc – si è ottenuto un risultato che ha ben ridato armonia ed ha valorizzato il décolleté.
Nelle immagini di trequarti e laterale è ancora più evidente la validità della proiezione (aumentata di 4,4 cm). Il controllo fotografico di questo caso che risale al 2008 e a cinque mesi di distanza.
Caso 6
Giovane donna di 29 anni che è andata incontro ad un importante dimagrimento da dieta – lieve asimmetria ed evidenti smagliature – si rende necessario un riempimento mammario per ridare un volume ormai scomparso – sono state utilizzate protesi Allergan 510 da 400 cc a duplice coesività così da garantire un’adeguata proiezione.
Nella visione obliqua e laterale ben si può apprezzare la bella proiezione e il gradevole profilo – le smagliature solo all’apparenza sono meno visibili essendo le stesse distese dal riempimento mammario – si sarebbero giovate anche di ulteriore miglioramento con trattamento Laser specifico.
Il caso risale al 2008 ed il controllo fotografico è a meno di un mese (25 giorni); con questo intervento la paziente ha ritrovato una giusta sicurezza già in parte recuperata con la perdita di peso ottenuta con la dieta – La visione laterale fa ben apprezzare il gradevole nuovo profilo mammario.
Nell’ultima foto si vede la protesi utilizzata Allergan 510 dove si può apprezzare come possa ben ridefinire il profilo mammario, avendo una forma che riprende il disegno anatomico della mammella con la parte alta (polo superiore) assottigliata in maniera da non essere apprezzabile e la parte inferiore (polo inferiore) ben proiettata in modo da garantire una bella forma della mammella.